ASSOCIAZIONE NEEMA O.d.V

 

REGOLAMENTO INTERNO

I volontari dell’Associazione Progetto Neema O.d.V, da anni si adoperano per “far bene il bene” , per questo costantemente si preparano, si migliorano, si confrontano, si ssumono delle responsabilità da svolgere insieme agli altri al fine di portare avanti un impegno preso.

Anche questo regolamento è una forma di miglioramento interno ed è rivolto sia ai volontari già attivi che hanno vissuto esperienze in Tanzania e nella Repubblica Democratica del Congo, sia per i nuovi volontari che hanno il desiderio di condividere e partecipare all’Associazione.

Per assolvere la meglio le proprie attività e far conoscere ai propri volontari come Neema si relaziona, di seguito si esprime quanto segue:

  1. Scegliere di fare volontariato è fondamentalmente una decisione personale. In qualsiasi settore si realizzi, si tratta della risposta propria ed originale a situazioni di emarginazione, di povertà e di ingiustizia. Chi sceglie e si impegna nella solidarietà internazionale unisce alla denuncia di condizioni generatrici di ingiustizia, la volontà propositiva per un cambiamento e per un superamento delle iniquità, orientando le sue azioni in impegni concreti e coerenti sia che siano svolti in Italia sia in altri Paesi del mondo.
  2. Il volontario non è un eroe, una persona eccezionale, un “superman”, ma un cittadino responsabile che ha cura di sè, degli altri e dell’ambiente in cui vive.
  3. Volontario non si nasce, si diventa. Si impara ad essere volontario facendo propri (interiorizzando) alcuni valori ed a metterli in pratica osservando altre persone (testimonianza). Per questo è necessario ed opportuno accompagnare le prioprie motivazioni e la propria preparazione tecnica con una specifica informazione e formazione che renda, ognuno di noi, il più possibile consapevole del ruolo che andrà a ricoprire, delle dinamiche che motivano e che scaturiscano dalle sue azioni, dei principi fondamentali che Neema segue da anni, dei complessi rapporti tra i diversi attori coinvolti.
  4. Si deve tenere ben presente che quando siamo ad operare in altre terre e quindi in altre realtà, le nostre idee e i nostri usi quotidiani possono non essere appropriati ed adeguati alla circostanza. Quindi si deve portare prudenza ed attenzione in tutte le azioni che vengono svolte in gruppo. Una scelta infelice e sfortunata può compromettere le dinamiche del viaggio.
  5. Anche se non esiste un “modello universalmente riconosciuto” che definisca il volontario internazionale è possibile identificare una serie di caratteristiche personali che insiem a forti motivaizioni ne tracciano un identikit efficace. Le principali sono:
    • Capacità comunicativa e relazionale
    • Senso di gratuità
    • Adattabilità e tolleranza allo stress
    • Grande spirito di adattamento
    • Consapevolezza dell’arricchimento nell’incontro e nello scambio tra diverse culture
    • Saper accettare usi e tradizioni di altre realtà
    • Capacità di lavorare in gruppo
    • Capacità di gestire le proprie emozioni con la consapevolezza della propria esperienza di vita
  6. I nuovi volontari che intendo svolgere un’esperienza nel Paese con il quale l’associazione ha delle progettualità in atto devono necessariamente fare un percorso di formazione ed informazione al termine del quale verrà valutata, sia da parte del volontario sia da parte di Neema, la possibilità di realizzare o meno una eventuale partenza.
  7. La partenza dei gruppi deve essere decisa in assemblea per dare a tutti la possibilità di proporsi in base al loro periodo di disponibilità.
  8. Le spese di viaggio e di alloggio sono a carico del singolo individuo, così come le eventuali spese sanitarie in loco e le responsabilità civili o penali. Questo non significa eludere le proprie responsabilità ed il rispetto di questo regolamento.
  9. Ogni spedizione ha un capogruppo, che per esperienza e senso di responsabilità, è colui che relaziona con al presidente ed è il referente dell’Associazione presso le istituzioni dei villaggi. Esso coordina e condivide le attività del gruppo in missione ed è il portavoce dell’Associazione stessa.
  10. Altri chiarimenti fondamentali:
    • Uno dei tanti obbiettivi di ogni viaggio è la condivisione del nostro tempo con il popolo locale. La consapevolezza di operare in Paesi di cultura diversa impone altresì modelli di comportamento idonei al fine di non generare equivoci e quindi di generare interpretazioni errate.

    I Paesi che ci ospitano hanno usi e costumi propri, il nostro dovere è anche quello di      presenziare, quando siamo invitati a farlo, alle loro feste ufficiali, laiche e religiose. Si deve ricordare sempre che siamo ospiti e pertanto chiamati ad assolvere i doveri che questo comporta e ad agire in modo coerente e compatibile con le loro tradizioni.

     

    • L’abbigliamento deve essere:
    • sobrio e rispettoso
    • idoneo al fine di evitare quanto più possibile malattie locali ( es. malaria ); pertanto in alcuni luoghi ( vicinanza presso ristagni d’acqua, zone umide, ecc..) e nelle ore di maggiore possibilità che l’insetto agisca ( dal tramonto all’alba ) tenere coperto il più possibile le parti del corpo con pantaloni lunghi, calzettoni lunghi, maglie manica lunga, collo protetto e quant’altro consigliato dal responsabile del gruppo. Una sola persona malata mette a disagio ed in difficoltà tutto il resto del gruppo e di conseguenza tutte le attività lavorative.

     

    • Manifestazioni d’affetto. Stringere rapporti amicali con l’altro è una delle priorità di ciascun volontario. Manifestare questa amicizia troppo calorosamente con abbracci e baci, mentre nel nostro paese può apparire cosa gradita, in altri Paesi può generare interpretazioni sbagliate. Quindi attenersi alle semplici strette di mano e solo quando l’altro manifesta un saluto più caloroso, e comunque attinente ai suoi usi e costumi, accondiscendere.

     

    • Il gruppo che parte per la missione deve essere coeso, organizzare insieme il lavoro da svolgere e, quando necessario suddividersi in sotto gruppi per presenziare più impegni contemporaneamente. Qualora si prenda delle iniziative personali tutti i componenti del gruppo devono essere messi a conoscenza.

     

    Alla luce di quanto detto è necessaria, da parte di chi intende diventare volontario, nei limiti del proprio tempo libero, delle proprie disponibilità, delle personali attitudini, una continuità nelle attività associative ed alla partecipazione delle assemblee; la presenza non costante e l’inattività della persona potrebbe influire sulla valutazione delle eventuali partenze.

L’Associazione “ Progetto Neema O.d.V”

Il Presidente

Giuseppe Morbidelli